Lo scorso  06 febbraio su iniziativa del Sindaco di Pocenia, Sirio Gigante, si sono seduti per la prima volta attorno a un tavolo agricoltori, apicoltori, rappresentanti di Categorie, Enti e Istituzioni per discutere di un problema comune e di assoluta attualità: “Esiste un metodo, un’alternativa al modo di fare agricoltura rispettando l’ambiente ed utilizzando una minor quantità di agro farmaci?”. In particolare erano presenti il Presidente provinciale della Coldiretti, Gino Vendrame, il segretario di zona di Latisana, Gianfranco Tonutti, il Presidente della Cerealicola Vieris, Soc Cooperativa, Daniele  Castagnaviz, il Presidente della Pocenia Biogas, Giovanni Madinelli, l’agricoltore Demetrio Betto e socio della Pocenia Biogas, il Consigliere regionale Leonardo Barberio, il Prof. Pietro Zandigiacomo dell’università di Udine e il  Presidente del Consorzio Apicoltori della Provincia di Udine, Luigi Capponi.
Dopo le prime battute si è potuto constatare che fra agricoltori ed apicoltori non c’è e, non c’è mai stata, una sorta di guerra, ma, piuttosto, un modo differente d’interpretare il concetto di produrre creando reddito. I primi hanno interesse ad aumentare la produzione utilizzando, anche, prodotti di sintesi leciti per arrivare allo scopo. I secondi s’impegnano ad allevare api e produrre miele senza dover subire morie da quella chimica che, giocoforza, le causa. Per giungere ad un punto d’incontro il Sindaco Gigante ha introdotto l’Agricoltore Demetrio Betto, già premiato dalla CCIAA di Udine per il suo modo “virtuoso” di fare agricoltura. Questo, infatti, ha spiegato che nella sua Azienda (cosi come gli altri soci agricoltori della Pocenia Biogas) ha abbandonato l’utilizzo di concimi chimici e  di pesticidi ed utilizza soluzioni alternative ottenendo importanti effetti: maggior produzione, rispetto degli insetti, dell’ambiente e risanamento dello stesso. Alcune delle strategie adottate sono: l’utilizzo del Triticale ( una sorta di ibrido tra Segale e Grano duro) come foraggio e per la produzione di biogas, lo sfruttamento della naturale fertilità dei terreni, la rotazione delle colture con l’impiego di leguminose e colture da sovescio, l’uso di concimi naturali o di origine animale e il Digestato (sottoprodotto del suo impianto a bio gas, possiede proprietà simili a un fertilizzante naturale e contiene azoto, fosforo e potassio che sono elementi nutritivi essenziali per le colture).
Come prevede la Politica Agricola Comune (PAC) le aziende  che hanno una certa  superficie a seminativo devono lasciare a riposo il 5% del terreno posseduto e destinato alle colture. L’agricoltore Betto e i soci della Pocenia Biogas  hanno, quindi, destinato alcuni appezzamenti a uno speciale miscuglio di semi d’interesse apistico e faunistico ricreando un habitat ideale per far rinnovare la natura e sanificare il territorio.
Si è parlato poi del problema della cimice asiatica che provocando gravi danni a frutteti e colture dev’essere in qualche modo combattuta; a tal proposito è intervenuto il Prof. Zandigiacomo dell’Università di Udine dicendo che in Friuli (come in altre regioni italiane) è stato ritrovato un antagonista specifico proveniente dalla stessa zona geografica della cimice e che in pochi anni riporterà equilibrio nella crescita di questo pericoloso insetto senza utilizzare dannosi pesticidi. Anche il Consigliere regionale Leonardo Barberio ha appoggiato l’iniziativa e si è detto disposto a portare in Regione questo programma, magari ripristinando il progetto, da lui stesso voluto quando era Assessore provinciale all’Agricoltura, della raccolta del fiorume  d’interesse apistico da poter consegnare agli agricoltori ed ai Sindaci per poter creare degli spazi destinati ai prati stabili che favoriscono il ritorno degli insetti. Infine il  Presidente del Consorzio Apicoltori, Luigi Capponi, ha proposto l’istituzione di un numero di Conto Corrente dove tutte le persone che hanno a cuore le api e vogliono partecipare al risanamento dell’ambiente, potranno devolvere anche un solo Euro (maggiori informazioni saranno pubblicate sul sito del Consorzio). Nella speranza che tutte queste proposte si concretizzino presto viene spontanea una piccola riflessione: noi siamo natura, ma presi dalla nostra troppa civilizzazione, dallo stress e dagli impegni di cui siamo pieni non ci accorgiamo che nella nostra vita proprio la natura è la grande assente. Forse dovremmo fermarci e tornare a respirare la natura, ammirare la sua bellezza e sentire i suoi profumi solo così potremmo aiutare l’ambiente e ripopolare i nostri prati di api.