Domenica 26 gennaio presso l’Auditorium dell’Istituto Salesiano Bearzi di Udine si è tenuto l’ XI Meeting di Apicoltura in FVG dove sono stati trattati temi riguardanti api e ambiente.

Nell’introdurre il convegno il Presidente del Consorzio di Udine dott. Luigi Capponi ha dato alcune informazioni utili per gli associati:

  • da febbraio sarà di nuovo attivo lo sportello tecnico seguito da Roberto De Cecco e saranno sempre attivi sul territorio gli esperti apistici a cui si possono sottoporre problemi o chiedere chiarimenti
  • Il consorzio vorrebbe organizzare una corriera per Piacenza in vista della fiera Apimell di marzo. Chi è interessato lo può comunicare (anche a mezzo mail) alla segreteria entro e non oltre il 14 febbraio 2020

E’ poi intervenuto il dott. Alessandro  Manzano, presidente dell’Associazione Ape Carnica che ha presentato un interessante progetto riguardante l’attivazione di un apiario ad Artegna formato da api autoctone e di cui si vuole controllare lo sviluppo della covata e della popolazione. Ha invitato tutti ad andare a curiosare e a interessarsi al programma mandando una mail all’Associazione o partecipando agli incontri che organizzeranno sul territorio finalizzati a rendere il progetto il più condivisibile possibile e produrre una maggiore conoscenza delle api.
Si è poi partiti con il primo intervento del dott. Desiderato Annoscia, il quale ha trattato il tema della nutrizione delle api e in particolare dell’importanza del polline nella loro alimentazione. Uno studio effettuato dall’Università di Udine ha dimostrato come le api alimentate a polline riescano a vivere meglio e fronteggiare l’effetto negativo dei parassiti e dei patogeni. In particolare la componente lipidica del polline sembra essere la principale responsabile di questi effetti benefici.
Il dott. Davide Frizzera ha invece trattato la nutrizione zuccherina (stimolante o di sostegno) presentando una ricerca che studia i rischi, cioè la produzione di acido idrossimetilfulfurale (HMF) associati a tale alimentazione. Dopo aver analizzato gli effetti di diversi tipi di sciroppi (con o senza limone, ottenuti a temperatura ambiente o dopo 10 minuti di bollitura) si è giunti alle conclusioni che l’HMF aumenta con la temperatura e diminuendo il PH,  creare alte concentrazioni di HMF è tossico per le api e infine che il trattamento termico non è necessario.
Ma in che misura l’ambiente impatta sulla salute delle api? Ed è quantificabile la qualità dell’ambiente? Il Dott. Giacomo Zannin che ha presentato il suo progetto di tesi sta cercando di rispondere proprio a queste domande.  Attraverso la compilazione di un questionario distribuito agli apicoltori, la rielaborazione dei dati e delle analisi svolte sul campo sta cercando di dimostrare come l’ambiente in cui l’ape è immersa sia fondamentale per la sua salute e quindi quella di tutto l’alveare.
Certo è che il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo è davvero allarmante e per questo la riflessione presentata dal dott. Marco Virgilio deve catturare tutta la nostra attenzione.  L’aumento della temperatura media globale stimato al momento a  1,1 °C porta con sé una serie di fenomeni di retroazione che sono più che mai preoccupanti come l’aumento del vapore acqueo, lo scioglimento dei ghiacciai, lo scioglimento del permafrost con la conseguente liberazione di metano e l’aumento della CO2 arrivata ormai a 411 ppm. L’uomo modifica a tal punto l’ambiente e il clima creando uno squilibrio nel pianeta che si può parlare di Antropocene riferendosi all’era geologica attuale.
Forse bisognerebbe davvero fermarsi e prestare più attenzione alle nostre azioni, al territorio e in generale all’ambiente che ci circonda. In questo contesto di ricerca del benessere ambientale si inserisce l’intervento del prof. Franc Sivic che ha esposto le modalità con cui si svolge l’attività apistica in Slovenia soffermandosi sulle specie botaniche più trattate: abete rosso, ciliegio, tiglio, castagno e robinia. Infine ha spiegato come nella sua casa ha creato un vero e proprio piano di apiturismo svolgendo molte attività (come l’apiterapia) che hanno proprio al centro le api e l’ambiente.
L’ultimo intervento è stato quello del dott. Walter Bergamini e del dott. Emanuele Moro  del Corpo Forestale Regionale FVG i quali hanno esposto come si sono svolte le indagini, quali analisi che sono state fatte e in che misura lo spopolamento  dei pronubi presente in regione a partire dal 2009 a oggi sia causato dai pesticidi neonicotinoidi.
Ancora una volta si vuole sottolineare come ha ricordato il consigliere regionale Leonardo Barberio quanto sia importante il dialogo e la sinergia tra il mondo agricolo e quello apistico. Nonostante la pessima annata, l’apicoltura è viva, ha affermato il dott. Francesco Nazzi moderatore del convegno, e per questo ha bisogno di supporto e aiuti e lo stesso vale per l’agricoltura, una non può esistere senza l’altra.

N.B. Appena disponibili pubblicheremo le presentazioni di tutti i relatori intervenuti al convegno.

 

 

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