Nei primi giorni di dicembre è comparso sul noto quotidiano calabrese “La Gazzetta del Sud” un interessante articolo che riportava le ultime novità sulla lotta del parassita delle api Aethina Tumida.

A quattro anni dall’arrivo in Calabria del coleottero gli apicoltori della Piana sono passati al contrattacco per eliminare o limitare i danni da questo provocati agli alveari inventandosi la “parete mobile”, un utile strumento che confina il parassita in una sola zona dell’arnia rendendo più semplice la sua eliminazione. La funzionalità di questo strumento è stata dimostrata da uno studio pubblicato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, in collaborazione con gli apicoltori locali, sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of apicultural Science.

Ora, invece, è stata avviata la prima sperimentazione italiana sui metodi di eliminazione attraverso sistemi e prodotti a basso impatto ambientale delle larve del coleottero. Il progetto dal nome “Implementazione delle attività di sorveglianza e sviluppo di nuove metodiche per il controllo di Aethina Tumida in Italia” è curato dall’Unità Operativa Fai-Calabria, autorizzato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Izslt, in più vede coinvolte diverse università e Istituti zooprofilattici italiani per assicurarsi un indagine completa e ad ampio raggio.

L’Italia e anche il Consorzio Apicoltori della Provincia di Udine seguono con particolare attenzione il progetto, in attesa dei primi risultati positivi nella lotta al famigerato parassita.