Stagione apistica 2021: DA DIMENTICARE !!!!!

Primavera iniziata bene, famiglie popolose con ottimo sviluppo della covata, ma purtroppo si sono presentate forti gelate a macchia di leopardo su tutta la Provincia che hanno poi compromesso tutta la stagione apistica; le famiglie a causa della notevole popolazione di api adulte e covata hanno consumato tutte le scorte accumulate entrando anche in blocco di covata. Si è quindi reso necessario e urgente effettuare l’alimentazione di sostegno alle famiglie per sopperire alla mancanza scorte; gli apicoltori che non si sono premurati di verificare la situazione hanno avuto diverse morie per fame. Le famiglie essendo o in blocco di covata o con i nidi senza scorte hanno quindi avuto produzioni nella maggior parte dei casi scarse o addirittura nulle. Le gelate di cui sopra, hanno anche compromesso le successive fioriture danneggiando i germogli già in fase di crescita soprattutto su acacie e amorpha. Le successive produzioni sono state mediocri nella zona collinare e migliori sulla pedemontana e montana in quanto le fioriture sono normalmente ritardate rispetto alla pianura e quindi i germogli in parte non sono stati danneggiati. Da segnalare a fine estate l’ottima fioritura e relativa importazione dell’edera soprattutto nelle zone boschive che ha stimolato le famiglie alla produzione di covata invernale. In alcune zone a causa della presenza dei trattamenti per la varroa non è stato possibile prelevare tale produzione. Il nettare bottinato a causa della mancanza dei melari è stato immagazzinato dalle api nel nido riempiendo le celle di covata sfarfallata e intasandolo con relativo blocco di covata anticipato. Ricordo che il miele di edera avendo una cristallizzazione molto rapida purtroppo è di difficile consumo da parte delle api durante la stagione invernale, potrebbe quindi trarre in inganno il fatto che le arnie risultino molto pesanti e consiglio quindi di monitorare le famiglie soprattutto a fine inverno in quanto potrebbe essere necessaria la nutrizione. Inoltre visto che il miele è stato stivato, come sopra detto, nelle celle di covata da verificare se necessario inserire al centro del nido telaini già costruiti per dare modo alla regina di avere celle libere disponibili per la deposizione.

VARROA. In generale non abbiamo avuto ad oggi segnalazioni di problematiche relative ai trattamenti e le famiglie, a seguito di quanto sopra, sono state invernate con buona popolazione. Solo in alcuni casi sono stati segnalati episodi di resistenza in seguito al trattamento prima con Apiguard e poi con Apistan, pertanto stiamo monitorando la situazione nelle diverse zone della nostra Provincia. Rammento che sono da effettuarsi i trattamenti di pulizia finale con acido ossalico, da effettuarsi in una giornata di sole con temperature non inferiori a a 5/ 6 gradi per dare modo alle api di muoversi all’interno per far circolare il prodotto. Ho partecipato recentemente al CRT Patologie apistiche di UNAAPI riservato ai tecnici apistici nel quale sono state presentate molte relazioni relative alla lotta alla varroa con combinazione di vari prodotti registrati con i quali si sono avuti ottimi risultati, vediamo ora di impostare il nuovo piano relativo alla distribuzione dei farmaci per il prossimo anno. Vi rammento che, per poter avere una buona popolazione per invernamento, è necessario che il livello della varroa sulle api adulte ( varroa foretica) a fine giugno sia inferiore al 2 %, è quindi opportuno effettuare in tele periodo una verifica utilizzando i sistemi ZAV ( zucchero a velo) o VEC (varroa easy check) , in caso di rilevamenti anomali è necessario quindi effettuare trattamenti anticipati flash per abbattere l’infestazione. Sono, comunque, sempre disponibile a darvi le nozioni per le eventuali semplici verifiche in campo.

VESPA VELUTINA. Il vespide è ora presente anche negli areali limitrofi alla Liguria , i nostri colleghi stanno testando varie tecniche e prodotti per combattere la vespa. Nel corso dell’anno il nostro Consorzio ha effettuato delle verifiche in una decina di apiari della provincia per verificare l’eventuale presenza dell’imenottero con esito  negativo, in compenso in diverse zone ci sono state notevoli catture di Calabroni autoctoni che creano problemi, anche se in maniera minore, sui nostri alveari . E’ quindi vivamente consigliato dotare ogni apiario di una trappola per la cattura, le trappole hanno un costo di pochi euro e, se utilizzate soprattutto in primavera e autunno, catturano le eventuali regine feconde abbassando quindi la popolazione presente.

AVVELENAMENTI. A parte qualche caso sporadico quest’anno non ci sono state segnalazioni.

Vi rammento comunque che in caso di sospetto la procedura concordata con le autorità è la seguente:

1) contattare gli uffici del Consorzio Apicoltori o direttamente il tecnico apistico

2) il tecnico contatterà direttamente il veterinario competente

3) il veterinario effettuerà quindi la chiamata al Corpo Forestale Regionale competente per il prelievo della eventuale specie vegetali sospette,

4)il veterinario con il tecnico apistico farà poi i prelievi delle api e dell’eventuale polline presso l’apiario, i campioni saranno poi inviati all’istituto zooprofilattico per le analisi.

È comunque consigliabile, visto che i principi attivi dei prodotti chimici degradano velocemente, che nell’attesa della visita in apiario siano prelevate le eventuali api morte e poste in congelatore per la successiva analisi.

COVATA CALCIFICATA. Anche nel coso dell’attuale stagione vi sono state segnalazioni sulla presenza di covata calcificata, vi rammento che tale patologia è dovuta alla presenza di un fungo (Ascosphaera apis) , il micelio viene trasferito dalle api adulte alla covata tramite la nutrizione . Durante il CRT Patologie apistiche di UNAAPI si è trattato anche di questa problematica, ci sono stati buonissimi risultati utilizzando il principio attivo della LISOZINA , un integratore alimentare inserito nel prodotto APIFORTE ( ex BEESTRONG) e che può essere inserito sia nel candito ( e sembra funzioni meglio) sia diluito in sciroppo da usare in tre trattamenti in primavera o all’occorrenza. Attendiamo comunque l’articolo che verrà pubblicato sulla rivista LAPIS.

Il tecnico apistico: Roberto De Cecco