Il Consorzio Apicoltori ha richiesto, in data 23/03 u.s., ulteriori chiarimenti alla Protezione Civile riguardanti le attività permesse agli apicoltori a seguito dell’entrata in vigore del DPCM del 22 marzo riguardanti soprattutto le possibili limitazioni per gli apicoltori hobbisti e la possibilità di effettuare gli spostamenti necessari all’attività di nomadismo e di poter svolgere le attività in apiario in più operatori, nel rispetto di tutte le disposizioni previste (dispositivi di prevenzione, modulistica comprovante lo status di apicoltore, autorizzazioni previste, documenti di accompagnamento per lo spostamento ecc. da esibire prontamente al momento del controllo).

Abbiamo ricevuto risposta ieri, 01 aprile 2020, a firma del Direttore Generale della Protezione Civile della Regione FVG Arch. Ing. A. Aristei. Di seguito riportiamo i punti più importanti del testo della lettera, sottolineando innanzitutto che, come esplicitamente indicato nella lettera, le considerazioni esposte sono state elargite in via del tutto collaborativa, ma andrà comunque richiesto un parere validante ai competenti uffici statali.

Oggetto: DPCM 22 marzo 2020 – attività apicoltura
Con nota del 23 marzo u.s. il Consorzio apicoltori della provincia di Udine ha chiesto alla scrivente Protezione civile regionale se gli apicoltori, che siano essi produttori professionali od hobbisti, sono autorizzati ad uscire, seguendo tutte le modalità previste, per raggiungere i propri apiari per le cure e le manutenzioni necessarie. Viene inoltre chiesto se gli stessi sono autorizzati anche ad effettuare gli spostamenti previsti per le operazioni afferenti al Nomadismo dopo il calar del sole. Inoltre, poiché tali spostamenti, considerato il peso di un alveare (colonia d’api all’interno di un’arnia), vengono effettuati da due persone al fine anche di minimizzare i tempi, viene chiesto se sono autorizzati ad uscire entrambi gli operatori.
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Il DCPM del 22 marzo u.s. ha ulteriormente limitato le attività che possono essere svolte in questo momento di grave emergenza per il paese.
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Per quanto attiene all’apicoltura in autoconsumo, conformemente a quanto indicato anche da parere richiesto al Ministero della Salute richiamato nello stesso sito istituzionale del Consorzio apicoltori di Udine, va precisato che la stessa rientra nella categoria delle attività essenziali dell’allegato 1, anche se non svolta con finalità commerciali.
Nel rilevare dunque che l’attività di apicoltura, in quanto attività essenziale, è consentita senza distinzioni fra chi produce per autoconsumo e chi per commercio, si ritiene che siano consentite tutte le uscite motivate da reali esigenze connesse con tale attività, ivi compresi quindi gli spostamenti previsti per le operazioni afferenti al Nomadismo dopo il calar del sole.
Circa le modalità di svolgimento delle attività connesse all’apicoltura, si ritiene che si debbano osservare le normali procedure organizzative dell’attività in questione, ma si sottolinea altresì che nello svolgimento delle uscite debbano essere osservate tutte le precauzioni necessarie ad evitare al massimo la diffusione del virus (quali ad esempio preferire, dove possibile le uscite di un solo apicoltore anche se ciò comporti tempi più lunghi, il rispetto della distanza di sicurezza, l’utilizzo della mascherina e l’utilizzo di due mezzi per uscite con più operatori).
Si ritiene, infine, di grande utilità la proposta di codesto Consorzio di fornire agli apicoltori ogni strumento per rendere i controlli più agevoli sia per le forze dell’ordine che per gli operatori che subiscono i controlli, fermo restando ovviamente l’obbligo di autocertificazione per ogni spostamento.

Consorzio Apicoltori Udine – il Consoiglio Direttivo

Lettera Integrale Protezione Civile